Il Mario… con tanto amore… di Paola Tintinelli conclude la terza edizione di Altre Latitudini alle Manifatture Knos
DOMENICA 23 NOVEMBRE ALLE MANIFATTURE KNOS DI LECCE LA RASSEGNA ALTRE LATITUDINI SI CONCLUDE CON “IL MARIO… CON TANTO AMORE…” DI PAOLA TINTINELLI.
Comunicato Stampa
Un uomo qualunque, un postino senza età, un piccolo eroe del quotidiano: domenica 23 novembre (ore 19:00 | ingresso 10 euro | ridotto studenti 6 euro | info e prenotazioni 3894755191 – 3277372824) alle Manifatture Knos di Lecce con IlMario… con tanto amore… di Paola Tintinellisi conclude la terza edizione di Altre Latitudini. La rassegna domenicale ideata e organizzata da Principio Attivo Teatro con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, ha proposto un viaggio tra musica, danza e teatro contemporaneo, con quattro appuntamenti pomeridiani dedicati a nuovi linguaggi e visioni della scena. In questo spettacolo muto e in bianco e nero, attraversato dalle note di Enzo Jannacci e Mario Abbate, dalle voci di vecchie radio e dai suoni della memoria, l’attrice, autrice, regista, performer e scenografa, con la passione per il circo ed il mondo sonoro, costruisce un piccolo universo poetico e sospeso, dove il silenzio parla e la vita si svela nei gesti più semplici.

LO SPETTACOLO
«Mario è un nome comune per un uomo comune. Mario è un ex postino che attraversa l’ultimo tratto della propria esistenza — o forse mette fine a una certa “vita” per ricominciarne un’altra. Il titolo richiama una canzone di Mario Abbate, che accompagna la scena insieme ai brani di Enzo Jannacci, di cui amo profondamente la poesia, e a una radio che trasmette previsioni del tempo», sottolinea Paola Tintinelli. «Non lo definirei realmente uno spettacolo: è più un block notes, un taccuino di annotazioni sparse. Appunti di problemi brucianti, idee, scoperte, invenzioni, progetti, partiture, materiali, attività laterali… lettere, giornali, calendari, indirizzi, date, mappe di viaggio, incontri… e poi niente. La storia è “una” storia, mille storie, la mia storia. Il luogo è una stanza, un angolo di strada, un armadietto, un’anticamera della morte. E al centro c’è un uomo: un corpo umano, fragile e poetico imballaggio dello scheletro della morte e della speranza di durare fino al giudizio universale», prosegue l’attrice. «Non pronuncia una parola: muto e vuoto come una tomba, espone in pubblico ciò che per un individuo è il massimo del segreto, quel valore supremo che al mondo può sembrare ridicolo, minimo, una miseria. L’arte prende quella miseria e la porta alla luce del giorno. Che cresca, che governi. La mia gratitudine», conclude «va a Giulietta Masina e a Fellini per La strada e I Clowns, a De Sica per Miracolo a Milano e Il giudizio universale, a Totò, Buster Keaton e Charlie Chaplin per essere esistiti, a Samuel Beckett, a Tadeusz Kantor pittore e uomo di teatro, e agli ex colleghi postini che ancora oggi resistono dopo quarant’anni di marciapiede».


